domenica 27 luglio 2008

Un po di storia del veneto orientale... (linea portogruaro - casarsa)

fonte:wikipedia

ferrovia Casarsa - Portogruaro è una linea ferroviaria secondaria a binario unico, non elettrificata, a scartamento normale, gestita da RFI.

La linea, che è lunga poco più di 21 km ed è stata inaugurata il 19 agosto 1888, si trova al confine tra il Friuli Venezia Giulia ed il Veneto, collegando la città di Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, con la città di Portogruaro, in provincia di Venezia. I centri più importanti attraversati sono San Vito al Tagliamento e Cordovado. I comuni attraversati dalla ferrovia sono 7: Casarsa della Delizia, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Cordovado in provincia di Pordenone e Gruaro, Teglio Veneto, Portogruaro in provincia di Venezia. Il traffico è quasi esclusivamente passeggeri. Il flusso passeggeri trasportati ogni anno è di circa 5000 viaggiatori/km (dato espresso in migliaia). Sulla linea transitano solo treni regionali e tutte le corse sono effettuate dai nuovi treni Minuetto a trazione diesel, che dal 2007 hanno sostituito completamente le obsolete ALn 668 utilizzate negli ultimi decenni. I treni hanno una cadenza di circa 40 minuti nelle fasce orarie 05:45-09:30 e 12:00-15:45, mentre una cadenza di circa 60 minuti nella fascia oraria 17:00-21:00. Giornalmente nella linea, circolano 12 coppie di treni, dal lunedì al venerdì invernali; mentre le coppie di treni sono solo 8, dal lunedì al venerdì estivi e al sabato. Alla sera, alcune corse vengono effettuate da autobus, che sostituisco i treni anche al sabato pomeriggio e nel pomeriggio dei giorni estivi. Nei giorni festivi la linea è chiusa e non circola alcuna corsa.

Il tragitto è di 21,116 km e parte dalla stazione di Casarsa per raggiungere la stazione di Portogruaro-Caorle, passando per la fermata di San Giovanni di Casarsa, le stazioni di San Vito al Tagliamento e Cordovado-Sesto e la fermata di Teglio Veneto.

Le destinazioni sono esclusivamente le stazioni di Casarsa e Portogruaro-Caorle e proprio queste due stazioni sono gli unici due nodi di interscambio con altre linee: a Casarsa con la linea Venezia - Udine e a Portogruaro-Caorle con la linea Venezia - Trieste e la linea per Treviso.

Il tempo impiegato per percorrere la tratta è di circa 25 minuti.


La Casarsa - Portogruaro, linea ferroviaria tipicamente locale, quando venne concepita, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del XIX secolo, aveva suscitato ben più alte aspettative.

Questa linea nasce, infatti, come tratta centrale di una linea che, partendo da Mestre e raggiunta Portogruaro via San Donà di Piave, oltrepassato il nodo di Casarsa della Delizia e risalita la pianura friulana fino a Spilimbergo, avrebbe superato il Tagliamento per collegarsi alla ferrovia Pontebbana a Gemona, il collegamento più rapido per il porto di Venezia verso i mercati del Centro Europa attraverso un allacciamento diretto alla nuovississima ferrovia Pontebbana, "saltando" Udine e connettendosi direttamente a Gemona lungo il corso del Tagliamento.

La linea non volle avere mai, nel momento della sua ideazione, una semplice rilevanza locale, ma si spiegò solo con il suo allacciamento, il più diretto possibile, alla ferrovia Pontebbana da parte del porto di Venezia; non ancora una linea principale, quindi, ma certamente complementare e per Venezia decisamente importante sotto questo profilo.

La stessa Deputazione provinciale di Udine, che poteva dirsi favorita per un collegamento più diretto verso Venezia rispetto a quello esistente via Conegliano, appoggiò invece, la costruzione della linea via Latisana, San Giorgio di Nogaro e Palmanova, completata solo qualche mese dopo rispetto alla più breve ferrovia per San Vito.

Diversamente da altre linee, o al suo stesso prolungamento verso nord, tra Casarsa e Pinzano, o quello verso ovest, tra San Vito e Motta di Livenza, che negli anni Sessanta vennero soppressi, la Casarsa - Portogruaro rimarrà invece sempre in attività anche se, fin da subito, non ebbe mai quelle caratteristiche che ne decretarono l'iniziale suo successo e la sua stessa ragion d’essere: un ruolo di linea locale, allora come oggi, proprio all’opposto di quello che nei primi anni Ottanta del secolo XIX, all'epoca del suo progetto, si era ipotizzato potesse svolgere.

Cordovado o Sesto? La polemica sul percorso da seguire

Da sottolineare, la polemica innescata sul percorso da seguire tra Portogruaro e San Vito, se cioè la linea dovesse passare per Cordovado, alla sinistra del fiume Lemene e quindi lungo il tradizionale tracciato della strada nazionale, o per Sesto al Reghena, lungo una direttrice più rapida e breve.

Il primo opuscolo pubblicato su tale argomento manifesta il timore che il tracciato definitivo della Casarsa - Portogruaro, non passi lungo l'attuale strada nazionale che, attraverso Cordovado e San Vito, raggiunge il valico di Pontebba, ma venga progettato alla destra del Lemene lungo il territorio di Sesto. Tali timori sarebbero suffragati dalla notizia che il Ministero dei Lavori pubblici aveva incaricato di redigere un progetto definitivo della nuova linea ferroviaria "a destra del fiume Lemene per Sesto", mentre solo un progetto "sommario, o di massima" avrebbe interessato il tracciato per Cordovado, "alla sinistra del detto fiume", così da stabilire quale dei due percorsi fosse preferibile.

L'opuscolo, ovvero il suo autore di fatto, il sindaco di Cordovado Francesco Cecchini, non tarda a elencare, i vantaggi che il passaggio per Cordovado di questa ferrovia arrecherebbe all'intera economia della zona. La posizione di Cecchini e con lui dei comuni di San Vito, Morsano, Fossalta e Teglio Veneto, rappresenta un punto di vista che è molto vicino a una concezione della ferrovia locale che, proprio quando è locale, non può allontanarsi troppo dai comuni lungo il suo percorso alla ricerca della più breve distanza tra i capolinea e dalla stessa vicinanza con i comuni attraversati può trarre i benefici economici necessari al suo futuro sviluppo.

Di tutt'altro parere, il fronte opposto, rappresentato dai sindaci e le giunte dei comuni di Sesto al Reghena, Cinto Caomaggiore, Chions e Gruaro. L'opuscolo esce l'anno dopo quello pubblicato da Cordovado e da questo prende le mosse per contestarne i contenuti.

La scelta che alla fine prevalse fu, quella propugnata dal sindaco Cecchini e la linea ferroviaria passò per il territorio di Cordovado. Con provvedimento del 13 gennaio 1886, l'Ispettorato Generale delle Strade Ferrate di Roma aveva provveduto ad appaltare la costruzione della ferrovia "in base al progetto a sinistra del Lemene presentato dall’Ufficio del Genio Civile di Venezia". Sugli orari ferroviari della linea della prima metà del secolo, per ironia della sorte, la stazione di Cordovado è denominata "Sesto - Cordovado"; in quelli successivi e fino ad oggi, la denominazione sarà quella di "Cordovado - Sesto".

L'esercizio dei treni sulla linea

Fin dal principio, la Casarsa - Portogruaro fu una linea locale, con traffico quasi esclusivamente locale.

Il primo orario pubblicato il giorno precedente l'inaugurazione, riporta tre sole coppie dì treni che impiegavano 50 minuti circa per coprire i 22 km di percorso.

L'orario emesso durante l'occupazione austriaca del Friuli e parte del Veneto e datato 15 maggio1918, segnalava due sole coppie di treni tra San Vito e Portogruaro con tempi di percorrenza di 40 minuti. Tra Casarsa e San Vito, infatti, i treni in servizio venivano fatti proseguire per Motta di Livenza dove si arrestavano i servizi pubblici in vista della linea del Piave, con coincidenza a San Vito per Portogruaro.

Nei primi anni Trenta del secolo scorso, si stabilì di effettuare una coppia di treni internazionali Vienna - Venezia che, instradati via San Vito, risparmiavano 11 km e oltre venti minuti.

Nel luglio 1954, l'orario proponeva sei coppie di treni tra Casarsa e Portogruaro (5 automotrici e un treno leggero a trazione a vapore) tutti i giorni, con percorrenza di 25 minuti per le automotrici e di 48 minuti per il treno leggero, in pratica lo stesso tempo delle corse inaugurali del 1888. Quattro treni su sei proseguivano per Treviso e uno era limitato a Motta. Esisteva ancora la terza classe (che venne abolita il 3 giugno 1956), che costituiva la sola classe utilizzata dal treno a trazione a vapore, mentre sulle automotrici vigevano la seconda e la terza.

Dieci anni dopo, nell'orario invernale 1966-1967, il numero delle coppie di treni di prima e seconda classe sale da sei a otto, anche se una coppia è feriale, e quattro di esse proseguono poi per Treviso, mentre troviamo instradato sul questo tracciato il treno direttissimo 385 "Venezia" Wien - Venezia S.L. che già aveva fatto la sua apparizione negli anni Trenta: è un'automotrice termica del gruppo 5145 delle ÖBB a compiere questa relazione quotidiana in 9 ore e 25 minuti tra i due capolinea (e in 17 minuti tra Casarsa e Portogruaro senza fermate intermedie), in vistosa livrea bianca e blu. Costituiva l'unico e anche l'ultimo collegamento internazionale che utilizzava questa linea e, per quanto non sfruttasse il tracciato della Gemona - Pinzano - Casarsa, poteva ritenersi la sola espressione di quella internazionalità che la Casarsa - Portogruaro al momento della progettazione aveva potuto vantare grazie ai progetti di Venezia.

Nell'orario estivo del 1973, le coppie di treni crescono, passando da 8 a 11, di cui una feriale e tutte sono ormai di sola seconda classe. La percorrenza, affidata in questi anni prima alle automotrici AIn 556 Fiat, poi alle Aln 772 del Deposito di Treviso, ormai sì era attestata sui 22 minuti in media. Il direttissimo internazionale "Venezia" scompare da questa linea, andando a compiere il percorso via Palmanova - Cervignano.

Nell'orario invernale 1982-1983, cresce l'offerta dei treni, passando da 11 a 12 coppie giornaliere sempre di seconda classe e ormai esclusivamente effettuati con automotrici del più moderno gruppo Aln 668, di cui una feriale e nei giorni di scuola. La trazione a vapore, che era utilizzata fino alla prima metà degli anni Settanta per servizi merci con locomotive del gruppo 875 e 880 del Deposito locomotive dì Udine, è ormai completamente scomparsa.

Nell'orario invernale 1990-1991, per la prima volta, si rileva che la linea ormai funziona solo i giorni feriali sempre con corse di seconda classe. Tra Casarsa e Portogruaro le coppie di automotrici sono 9 di cui una limitata a San Vito. Negli anni Novanta l'offerta sembra apparentemente sempre uguale a sé stessa e ora votata alla massima economia di esercizio: servizi esclusivamente feriali di seconda classe e su automotrici in cui è stato applicato il condizionamento dell'aria (le Aln 668 revisionate della serie 1200 Fiat), nessun collegamento internazionale, trazione diesel, velocità dei treni ormai stabilizzata con percorrenze di 22, 23 minuti su un tracciato di categoria "C 3" (peso assiale massimo di 20 t) che consentiva velocità massime di 110 km/h per le automotrici del gruppo 668 (era di soli 55 km/h alla metà degli anni Ottanta), e certo ben inferiori per le ormai rare tradotte che servono il mulino di Cordovado, l'unico servizio merci rimasto.

Fra le novità meno positive, il primo apparire con l'orario estivo 1993 degli autoservizi sostitutivi nella fascia serale e in seguito anche in quella pomeridiana.

L'anno successivo inizia il servizio treno + bici, le coppie di treni sono sempre 9, ma saliranno a 14 più un autoservizio con l'orario invernale 1995-1996.

Si inaugurano delle corse del tutto nuove, come un servizio per le scuole tra Portogruaro - Casarsa - Pordenone e viceversa, poi prolungato fino a Sacile, mentre con l'orario estivo 2001 si sperimenta un servizio diretto la prima mattina tra Udine e Portogruaro via Casarsa e San Vito che, con coincidenza a Portogruaro, permette di raggiungere Venezia da Udine in un'ora e 43 minuti contro le due ore e due minuti del regionale che impegna la linea tradizionale via Pordenone - Conegliano.

Per quanto riguarda la velocità dei treni, in 120 anni i tempi di percorrenza si sono ridotti del 52%, passando dai 50 minuti del 1888 ai 24 minuti di oggi. L'unico modo per migliorare i tempi di percorrenza rimarrebbe l'elettrificazione dell'intera linea Casarsa - Portogruaro con l'istituzione di treni diretti Udine - Venezia (e viceversa) via San Vito; l’annullamento dei cambi di convoglio e il più breve tragitto di 11 km farebbe di questa relazione una vera e propria alternativa al percorso tradizionale via Pordenone - Conegliano anche per la relazione Udine - Venezia, migliorando dì conseguenza i collegamenti diretti tra le stazioni della linea e i due capoluoghi.

Dal 2005, le automotrici termiche Aln 668, sono state gradualmente sostituite dai più moderni treni Minuetto a trazione diesel, i treni di nuova generazione che raggiungono la velocità di 130 km/h e sono dotati di comfort più elevati e in grado di trasportare persone disabili.


Progetti ?

Negli ultimi anni sono stati eseguiti alcuni lavori per potenziare la linea ferroviaria.

Il 12 settembre 2005, è stata attivata la nuova fermata di San Giovanni di Casarsa, tra le stazioni di San Vito al Tagliamento e Casarsa, dalla quale dista poco più di un chilometro e mezzo.

Sono stati eseguiti lavori di ammodernamento della stazione di San Vito al Tagliamento, con la costruzione di 2 nuovi sottopassaggi, uno dei quali ad uso delle persone disabili e dei nuovi marciapiedi rialzati per facilitare la salita in treno alle persone in carrozzella.

Alla fine del 2007, sono stati effettuati dei lavori di ammodernamento e potenziamento della linea, che hanno riguardato la sostituzione completa dell'armamento e delle intersezioni binario-strada in prossimità dei passaggi a livello.

Per quanto riguarda il futuro, già da diversi anni si parla di un'eventuale elettrificazione della linea, ma al momento la questione è ancora da decidere.

intanto nel periodo estivo vengono soppressi i treni e viene incentivato il trasposto su gomma!!! COMPLIMENTI RFI!!! e poi dicono di voler incentivare il trasporto pubblico per diminuire l'inquinamento!!!


Video Stazione SBB-CFF-FFS di BERNA

ecco a voi la stazione di BERNA e un po di treni...

altro che italieta...

Legge 626, se fosse applicata in italia...

Stavo guardando le differenze tra italia e Svizzera nelle ferrovie e la prima cosa che mi ha colpito e stato che in Svizzera vige la regola Chi sbaglia Paga....
ecco l'articolo che ho trovato sul sito di Ticinonews.

fonte: ticinonews

Incidente ferroviario Thun nel 2006: cinque multe
EDIT
A cinque dipendenti della compagnia BLS è stata inflitta una multa di diverse centinaia di franchi per l'incidente mortale provocato a Thun nel maggio 2006 dalla folle corsa di un treno da cantiere i cui freni non rispondevano più ai comandi. Lo ha dichiarato oggi all'ATS la giudice istruttrice Barbara Baumgartner, facendo riferimento a una notizia apparsa nella "Sonntagszeitung". La giustizia rimprovera ai cinque di aver violato la legge sul lavoro.

Tre multe non sono state contestate mentre due impiegati hanno fatto ricorso, è stato precisato. Le violazioni alla legge sul lavoro erano state denunciate dal Dipartimento federale dei trasporti. L'incidente in sé, nel quale perirono tre persone, non aveva portato ad alcun perseguimento penale, aveva indicato in maggio il Servizio dei giudici istruttori dell'Oberland bernese.

Il treno aveva effettuato, il 17 maggio 2006 una corsa folle di 30 chilometri a causa di un non corretto controllo al sistema di frenaggio da parte di due macchinisti periti poi nell'incidente. Nel sinistro aveva perso la vita una terza persona.

Le multe dovute a infrazione della legge sul lavoro sono a carico della compagnia ferroviaria del Berna-Lötschberg- Sempione (BLS), ha dichiarato il suo portavoce Hans Schaer. Questo genere di situazione è in effetti prevista dal contratto collettivo di lavoro, ad eccezione di casi che implicano gravi negligenze.

ATS

E il nostro sistema politico cosa aspetta fare rispettare le leggi sul lavoro??? ho forse ci sono un po troppi interessi?!?!?!......


venerdì 25 luglio 2008

Piccola nota politica (Governo Berlusconi)

ogni tanto quando mi capitera mettero delle informazioni riguardanti il nostro governo...

La frenetica attività di queste prime settimane di governo può correre il rischio di non far comprendere esattamente quanto finora realizzato del nostro premier e dalla sua squadra di ministri e di parlamentari.
Per fornire un punto fermo dove trovare sinteticamente riassunte le principali realizzazioni del governo Berlusconi abbiamo realizzato un nuovo sito www.governoberlusconi.it.

In questo sito trovi la lista delle realizzazioni, la risposta alle principali critiche degli avversari, il chiarimento di dubbi e punti oscuri, approfondimenti, i primi materiali di comunicazione da usare on line e nel territorio, alcuni link a siti amici interessanti e a forum animati spontaneamente da nostri sostenitori.

Al ritorno a settembre arricchiremo ulteriormente il sito, per farne un prodotto di comunicazione e informazione sempre più completo, al fine di rendere pienamente conto di quanto fatto dal governo.

Spero ti possa essere gradito e utile



Tecnica Ferroviaria - La Frenatura

Oggi posto un documento preso da www.railnews.135.it
dove illustra la tecnica di frenatura di un convoglio ferroviario.

fonte: Leonardo Gallitelli
I FRENI

Prima di affrontare tale argomento però è necessario venire a conoscenza o perlomeno rispolverare le principali nozioni inerenti appunto tale delicato argomento, la frenatura, che riportiamo appunto, sperando possano esserVi utile, nelle righe successive.

La frenatura di un dato convoglio ferroviario può essere difatti distinta in quattro tipologie:

A MANO: azionando particolari freni a vite siti sui veicoli (quando dotati).

CONTINUA AUTOMATICA: continua poiché normalmente efficace lungo tutta la lunghezza del treno ed automatica poiché in caso di spezzamento del convoglio provvede automaticamente alla frenatura, imprimendo con lo spezzamento dell’accoppiatore flessibile della condotta generale una depressione nella medesima condotta pneumatica.

COMBINATA: mediante l’azione della frenatura elettrica della macchina in aggiunta a quella continua automatica.

Il freno continuo automatico, che ricordiamo essere comandato direttamente dal macchinista, è composto da almeno cinque parti fondamentali. Esse sono:

  1. Dispositivi di produzione dell’aria compressa, quali appunto i motocompressori presenti normalmente sul mezzo di trazione.

  1. Il serbatoio principale.

  2. Il rubinetto di comando.

  3. La condotta generale, che partita dalla locomotiva si estende normalmente per tutto il treno. Solitamente tutti i veicoli ne sono muniti. Appunto se munito, ogni veicolo è provvisto di rubinetti di intercettazione di colore rosso per la condotta pneumatica generale e giallo per la condotta pneumatica principale e/o dei servizi.

  4. I dispositivi e le apparecchiature del freno, quali distributore del cilindro a freno, del serbatoio ausiliario, e del serbatoio ausiliario e di comando, a seconda delle “capacità del freno continuo” e della timoneria del freno, che trasmette grazie ad un gioco meccanico lo sforzo che l’aria compressa imprime sullo stantuffo del cilindro a freno direttamente sui ceppi che aderiranno, a seconda della forza impressa, sulle ruote. Rilevante importanza assume inoltre il rubinetto di intercettazione della condotta generale, tramite l’azione del quale si viene ad isolare il veicolo dall’azione frenante pneumatica, ma che nonostante ciò consente all’aria compressa di circolare da una testata all’altra dello stesso mettendo quindi in collegamento il veicolo in questione con gli altri adiacenti.

Normalmente, l’azione frenante si verifica quando si comanda una depressione sulla condotta generale. La frenatura permane finché la pressione è inferiore a quella presente nel serbatoio ausiliario se equipaggiati con freno a scarico diretto nel caso in cui cioè i dispositivi non fossero atti a graduare la sfrenatura, ma al primo atto di sfrenatura del macchinista il veicolo si sfrenasse completamente. Tale tipo di frenatura comanda difatti una completa sfrenatura dei veicoli equipaggiati con tale dispositivo. Nel caso in cui invece si fosse equipaggiati con freno a scarico graduale, cioè atte a graduare appunto la sfrenatura, la frenatura permarrà sino a quando la pressione rimarrà inferiore a quella esistente nel serbatoio di comando. Quando invece le pressioni del serbatoio di comando, del serbatoio ausiliario e quella della condotta generale siano paritarie, allora i freni saranno naturalmente aperti. Per effettuare invece una sfrenatura “rapida”, senza il bisogno di ricaricare l’aria nella condotta generale, basterà semplicemente agire su un’apposita tiranteria che andrà ad agire a sua volta sulla valvola di scarico dei serbatoi ausiliari e di comando, portando la loro pressione al pari di quella della condotta generale, garantendo così una completa sfrenatura del veicolo sul quale si agisce. Sui veicoli muniti di dispositivo a scarico graduale inoltre, vi è stata applicata una doppia valvola di scarico azionabile mediante la medesima “funicella” che se tirata parzialmente provvede alla sola apertura del serbatoio di comando, mentre se tirata completamente opera per l’apertura del serbatoio ausiliario. Tale tiranteria viene anche utilizzata per smaltire un eventuale sovraccarico nella capacità del freno.

E’ importante ricordare inoltre che all’occorrenza, la frenatura del materiale per mezzo del freno continuo automatico, può essere comandata oltre che dal macchinista anche dai viaggiatori o da agenti di sicurezza incaricati ed appositamente autorizzati. Essa infatti può essere comandata mediante appositi dispositivi:

1. Rubinetto di emergenza azionabile appunto da agenti di sicurezza, posto solitamente nei vestiboli di alcune vetture e nella maggior parte di cabine di guida di macchine, materiale leggero e rimorchiate.

2. Freno di Emergenza collocato sulle vetture, azionabile dagli agenti di sicurezza ed all’occorrenza anche dagli stessi viaggiatori.

3. Valvola Portatile di Frenatura utilizzata eventualmente in manovre spinte da agenti di sicurezza appositamente autorizzati e negli impianti dove ne sia lecito l’utilizzo, essa si distingue in due tipologie diverse:

A pressione: per esercitare la depressione è sufficiente premere la maniglia della stessa. Non garantisce infatti in situazioni di pericolo e di incontrollabilità della manovra quali caduta o altri eventuali incidenti, la frenatura del materiale.

A rilascio: per comandare la frenatura è necessario rilasciare la maniglia che va tenuta appunto premuta per consentire il movimento dello stesso materiale. Questo sistema, più moderno rispetto al tipo a pressione, garantisce in situazioni accidentali, quali caduta o simili, l’arresto dei veicoli in manovra provocato dal sicuro rilascio della maniglia della valvola portatile di frenatura ed inoltre consente una frenatura anche parziale e graduale dello stesso materiale.

E’ opportuno sottolineare che la frenatura può essere di tipo:

  • VIAGGIATORI: con effetto frenante immediato.

  • MERCI: con effetto frenante appunto ritardato.

Andiamo ora ad analizzare alcuni dei più diffusi dispositivi di variazione di regime di frenatura presenti solitamente su buona parte dei veicoli circolanti sulla nostra infrastruttura ferroviaria.

DISPOSITIVO VARIAZIONE REGIME DI FRENATURA

Molti dei veicoli serviti per mezzo di frenatura continua circolanti attualmente sulla rete ferroviaria Italiana sono attrezzati con dispositivi di variazione di regime di frenatura ottenuto solitamente per mezzo di una leva alla cui estremità è applicata un anello o un pomello appunto per facilitarne la presa e la manovra. Tale leva è posta per l’esattezza al centro di ambedue le fiancate del veicolo. Manovrandola essa può assumere varie posizioni, a seconda della tipologia di dispositivo installato:

Posizioni G – P : dove la G sta per merci e P per viaggiatori; consente all’impianto frenante di variare sempre per mezzo del suddetto leveraggio le caratteristiche di funzionamento. Supponendo ad esempio un passaggio dalla posizione P alla posizione G, tale dispositivo agisce su un determinato meccanismo che occludendo il passaggio dell’aria attraverso la normale condotta principalmente settata in questo caso di tipo viaggiatori, costringe l’aria a passare da un condotto più ristretto, ottenendo così una frenatura ed una sfrenatura più lenta, indi ritardata, appunto di tipo merci.
Posizioni V – C : dove la V sta per vuoto e la C sta per carico; oltre che ad inserirsi automaticamente su alcuni tipi di carri, tramite l’azione di un’altra tipologia di leveraggio questo dispositivo consente di ottenere due diversi tipi di azione frenante.
Autocontinuo A : dove la A sta appunto per autocontinuo; questo utilissimo dispositivo consente di variare in modalità automatica la massa frenata al solo variare del peso di carico.
Posizioni P – M :
dove la P sta per piano e la M sta per montagna; tale dispositivo incide unicamente sulle modalità di scarico del cilindro a freno, senza modificare o incidere in alcun modo l’azione frenante. Ponendo in P la leva di manovra si ottiene uno scarico normale dell’aria dal cilindro a freno, mentre ponendo il M il leveraggio si ottiene uno scarico ritardato. E’ importante sapere che tale tipologia di dispositivo è applicata su carri merci esteri muniti di frenatura tipo merci.

giovedì 24 luglio 2008

Tanto per iniziare


navigando ho trovato in un sito svizzero un articolo dove si parla di ferrovie e di alleanze europee e come sempre noi italiani riusciamo a cogliere il momento.... Grazie Trenitalia...

Sette compagnie ferroviarie europee - fra le quali anche le Ferrovie federali svizzere (FFS), ma non quelle italiane - hanno fondato la rete Railteam, per essere una vera alternativa all'aereo e all'auto.

Questa alleanza sui binari si prefigge di trasportare almeno 25 milioni di viaggiatori entro il 2010. Dieci milioni in più rispetto ad oggi

fonte:

e dopo dicono che le nostre ferrovie sono un pozzo senza fondo per i soldi che si ........ a voi le conclusioni....

La mia prima volta

Ciao a tutti,
dopo un lungo periodo dove leggevo molti blog, FINALMENTE mi sono deciso di creare un blog tutto mio, e le informazione che voglio condividere con il popolo della rete sono abbastanza, molti saranno presi da altri siti sempre mettendo l'autore di questi articoli e il relativo link; spazierò dalla mia passione primaria che sono le ferrovie dal periodo 1960 fino ai nostri giorni, pero le ferrovie che ammiro di più sono quelle svizzere, in quanto la popolazione svizzere usa moltissimo i mezzi di trasporto pubblici (compresi i Politici) ma anche i nostri???.
userò questo strumento per attaccare la nostra classe politica visto che siamo in un paese democratico?!? e non avrò paura di scrivere i miei pensieri nero su bianco...

Spero che che sarà un ottimo posto dove possiamo commentare e magari anche magari criticarmi su gli articoli che mettero in futuro.... (i commenti comunisti saranno moderati stile indymedia) e la destra avrà mano libera sempre nel rispetto delle persone e non usando termini volgari...

ora vi saluto e sperando che sia una nuova avventura condivisa da piu persone uniti dalla passione per le Ferrovie..... tanto per iniziare faccio la pubblicità al sito delle ferrovie svizzere....

Ciao a tutti
e Ricordate...
EmyDvx